Mondo dei Sogni - How to use It

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  1. Hellionor
     
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    « Azraphel - Chierico di Dio »

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    Nella Magione delle Rose quasi tutte le luci erano spente. Azraphel si aggirava nel cortile, aspettando che anche l’ultima candela si estinguesse e il padrone di casa, Gideon, lasciasse la biblioteca per ritirarsi nella sua stanza.
    Quando ciò avvenne l’angelo attraversò furtivamente il giardino, dirigendosi verso l’enorme quercia su cui si affacciava l’unica finestra che sapeva di poter trovare aperta; si arrampicò sull'albero fino a raggiungere i rami più alti e leggeri, che oscillavano e si piegavano sotto il suo peso.
    “Ci sono quasi” si disse, cercando di auto-incoraggiarsi. “Ancora qualche metro e…”
    Non riuscì a finire quel pensiero che il sottile ramo su cui era appoggiato cedette e, rompendosi con un sonoro crack, lo fece precipitare per diversi metri. Atterrò in un cespuglio di rose blu, che se da un lato attutì la caduta, dall’altra gli strappò la camicia riempiendogli la schiena e le braccia di spine.
    Dopo un primo momento in cui rimase apparentemente paralizzato -come sempre gli capitava quando il suo corpo mortale veniva ferito, dal momento che aveva una soglia di sopportazione del dolore sorprendentemente bassa-, l'angelo si rialzò e, rimarginate le ferite, studiò con occhio critico i danni che i suoi abiti avevano subito.
    “Accidenti…e io che mi ero impegnato tanto a scegliere i vestiti adatti…”
    In effetti per l’occasione aveva dato il meglio di sé: camicia zebrata, pantaloni viola e aderenti, cintura in pelle di coccodrillo, foulard variopinto attorno al collo e, come tocco finale, un paio di occhiali dalle lenti scure che aveva recuperato in uno dei suoi ultimi viaggi sulla Terra. Non aveva ancora capito bene a che cosa servissero, siccome indossandoli non vedeva praticamente niente, ma avevano un che di affascinante che l’aveva convinto a portarli ugualmente.
    Rimettendosi in piedi, si sistemò alle bell'e meglio gli indumenti e ricominciò da capo la salita; questa volta non incontrò ostacoli e raggiunse l’altezza della stanza la cui grande finestra, inspiegabilmente, da quella mattina aveva riscontrato problemi di chiusura. Attento a non fare rumore, Azraphel reinserì nell’apposita fessura la vite che aveva prelevato diverse ore prima, all’alba, e cercò così di rimettere a nuovo la finestra manomessa da lui stesso per assicurarsi una via d’ingresso notturno nella Magione…ma non ebbe molto successo. La testarda finestra, cigolando ferocemente, si rifiutava di muoversi.
    “Ma tu guarda!” mormorò Azraphel, indispettito. “Eppure dovrebbe essere facile…sono un angelo, accidenti, figurati se non riesco a…”
    Un rumore dall’interno della stanza lo fece sobbalzare; perse l’equilibrio e poco ci mancò che cadesse di nuovo, ma questa volta fu svelto ad aggrapparsi al davanzale della finestra.
    “Buongior…buonasera” si corresse all’ultimo, issandosi verso la stanza.
    Kathryn, dall’interno della Magione, lo osservava con un miscuglio indecifrabile di emozioni in viso: sembrava sorpresa –e certamente lo era–, ma c’era qualcosa in più…un qualcosa che Azraphel non riuscì a identificare, ma che si augurò non fosse irritazione.
    “Perdona l’intrusione” proseguì l’angelo, senza darle il tempo di rispondere. “Non vorrei sembrare scortese, ma non sono riuscito a trovare un modo più opportuno per entrare. Non avrei saputo cosa dire alla servitù, se mi fossi presentato ai cancelli principali, perciò mi sono dovuto arrangiare. Scusa per la finestra, a proposito: giuro che te la rimetterò a posto”
    Riuscendo finalmente a sistemarsi stabilmente sul davanzale, Azraphel trasse un sospiro di sollievo.
    “Non sono abituato ad arrampicarmi” disse, a mo’ di spiegazione. “Di solito uso le ali…ma, visto e considerato che avrebbero avuto la stessa utilità di due fari nella notte, mi è sembrato opportuno evitare. Non volevo svegliare gli altri. Cioè, non so se tuo padre avrebbe preso bene il fatto di trovare un estraneo –e per di più nemmeno un Drago Argenteo– che fa irruzione nella sua villa e si arrampica verso la finestra della sua amata figlia. Sarebbe stata una situazione facilmente fraintendibile. Ah, e poi temo di aver distrutto uno dei cespugli di rose sotto la tua finestra” aggiunse. “Non so se sarebbe stato un buon modo di presentarmi”
    Kathryn dovette trovare piuttosto buffa quella spiegazione, perché accennò un sorriso mentre continuava a fissarlo, come in attesa.
    “Oh, certo” disse Azraphel. “Parliamo di affari. Con permesso...”
    Entrò finalmente nella stanza e si sistemò vicino alla finestra, con la schiena appoggiata alla parete dietro di sé: non osava avvicinarsi oltre.
    “Tu sei una Maestra della Mente, vero?” le domandò. “Perché è esattamente quello di cui avrei bisogno in questo momento. Persino tuo fratello Vincent mi ha consigliato di chiederti aiuto. “Credo che Kate sia perfetta per te”...così ha detto. Sai, temo che la mia mente abbia qualche problema. Non nel senso che sono pazzo…” si affrettò a chiarire. “…ma nel senso che la mia psiche non riesce ad andare di pari passo col mio corpo”
    “E’ una cosa un po’ complicata” ammise. ”Lascia che ti spieghi: allora, io sono un angelo, e immagino tu sappia che tendenzialmente gli angeli non dormono. Ebbene, hai di fronte l’unica eccezione alla regola: io dormo. Non da molto...è una novità piuttosto recente. Adesso ti chiederai perché ti sto raccontando tutto ciò. Il fatto è che mi serve il tuo aiuto: anche se il mio corpo ora è in grado di dormire, la mia mente non sente alcun impulso del sonno –che in ogni caso non sarei in grado di riconoscere, perché non l’ho mai sperimentato–, né tanto meno quello di risvegliarsi. Non ci avevo pensato, ma in realtà è un bel problema: se anche riuscissi ad addormentarmi volontariamente -e non svenendo all'improvviso come è successo fin'ora-, poi non riuscirei a svegliarmi da solo…e sinceramente non mi va di dormire per il resto dell’eternità”
    “Da qui il motivo della mia visita notturna, forse indesiderata e sicuramente inopportuna, ma dettata dalla necessità: ho bisogno di sapere se questo è un problema che puoi aiutarmi a risolvere”
    Concluso il suo monologo, Azraphel si sfilò gli occhiali scuri e fece vagare per qualche istante lo sguardo nella stanza, finché non si soffermò sulla boccia del pesciolino rosso -sorprendentemente ancora vivo e vegeto- che l'angelo aveva vinto alla fiera di paese a Prima Lux. Quando aveva chiesto a Vincent di portarlo alla sorella come “pegno d'amore” -così gli aveva detto, ridendo- era stato sicuro che il Drago Argenteo non l'avrebbe mai fatto, ma anzi l'avrebbe mangiato, e che se anche per qualche strano motivo l'avesse davvero consegnato a Kathryn, lei se ne sarebbe sbarazzata al più presto...e invece...
    “Che carina” commentò, prima di riuscire a trattenersi. “Hai anche tenuto il mio pesce rosso”

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  2. Break Mad-Hatter
     
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    « Kathryn Fallenwish »

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    Il sonno di Kathryn era leggero, tranquillo e, come al solito, senza sogni, e venne improvvisamente interrotto quando dei rumori provenienti dall’esterno infransero il silenzio di quella calda notte d’estate. Incuriosita, scivolò silenziosamente fuori dalle lenzuola e, sentendo una voce ormai familiare borbottare tra sé fuori dalla sua finestra, accese una piccola candela per farsi luce. In quello stesso istante la figura di Azraphel comparve sul davanzale e la guardò, lievemente imbarazzato.
    Buongior… buonasera.” le disse in risposta al suo sguardo sorpreso.
    Inutile dire che Kathryn non si sarebbe mai aspettata una visita dl genere a quell’ora della notte, ma la cosa non la infastidì… tutt’altro. Quel pensiero la fece sorridere.
    Perdona l’intrusione.” proseguì l’Angelo, senza darle il tempo di rispondere. “Non vorrei sembrare scortese, ma non sono riuscito a trovare un modo più opportuno per entrare. Non avrei saputo cosa dire alla servitù, se mi fossi presentato ai cancelli principali, perciò mi sono dovuto arrangiare. Scusa per la finestra, a proposito: giuro che te la rimetterò a posto.
    La donna lanciò una rapida occhiata alla finestra manomessa con un’aria vagamente divertita.
    Non sono abituato ad arrampicarmi.” continuò Azraphel, sospirando, a mo’ di spiegazione. “Di solito uso le ali… ma, visto e considerato che avrebbe avuto la stessa utilità di due fari nella notte, mi è sembrato opportuno evitare. Non volevo svegliare gli altri. Cioè, non so se tuo padre avrebbe preso bene il fatto di trovare un estraneo -e per di più nemmeno un Drago Argenteo- che fa irruzione nella sua villa e si arrampica verso la finestra della sua amata figlia.
    Saggia decisione, Azraphel.” non poté fare a meno di pensare, sorridendo.
    Sarebbe stata una situazione facilmente fraintendibile. Ah, e poi temo di aver distrutto uno dei cespugli di rose sotto la tua finestra. Non so se sarebbe stato un buon modo di presentarmi.
    In attesa che l’Angelo le spiegasse il motivo della sua visita, Kathryn continuò a fissarlo, sempre più curiosa. Nell’insieme la sua figura risultava piuttosto buffa: i capelli arruffati e i vestiti strappati, abbinati in modo piuttosto originale, erano la traccia evidente della sua sosta involontaria tra le spine e sul viso portava degli strani occhiali dalle lenti scure -che lei non aveva mai visto prima di allora- a nascondergli gli occhi.
    Oh, certo.” esordì Azraphel. “Parliamo di affari. Con permesso…
    Ad un cenno della donna, l’Angelo entrò finalmente nella stanza e, senza avvicinarsi oltre, si sistemò vicino alla finestra, con la schiena appoggiata alla parete dietro di sé.
    Tu sei una Maestra della Mente, vero? Perché è esattamente quello di cui avrei bisogno in questo momento. Persino tuo fratello Vincent mi ha consigliato di chiederti aiuto. “Credo che Kate sia perfetta per te”… così ha detto.
    Vincent deve fidarsi molto di lui, conoscendo la particolarità della mia… condizione. Ne sono felice.
    Sai, temo che la mia mente abbia qualche problema. Non nel senso che sono pazzo…” si affrettò a chiarire. “…ma nel senso che la mia psiche non riesce ad andare di pari passo col mio corpo. È una cosa un po’ complicata. Lascia che ti spieghi…
    Azraphel le spiegò brevemente cosa gli fosse successo e lei lo ascoltò in silenzio, con la massima attenzione.
    Da qui il motivo della mia visita notturna, forse indesiderata e sicuramente inopportuna, ma dettata dalla necessità: ho bisogno di sapere se questo è un problema che puoi aiutarmi a risolvere.
    Concluso il suo monologo, l’uomo si sfilò gli occhiali scuri e fece vagare per qualche istante lo sguardo nella stanza, per commentare infine:
    Che carina. Hai anche tenuto il mio pesce rosso.
    Kathryn sorrise e, raggiungendo il tavolino di cristallo dove era sistemato il piccolo animaletto, sfiorò con la punta delle dita la boccia trasparente.
    Si chiama Oscar. Vincent, scherzando, mi ha detto che per vincermelo hai dovuto assoldare un falcone che si mangiasse il suo.” disse, lasciandosi scappare una lieve risata. “Sai, credo che tu gli piaccia più di quanto non dia a vedere, altrimenti non me lo avrebbe mai portato. Anche se, se ti vedesse qui ora, probabilmente gli verrebbe una gran voglia di ucciderti.” concluse in un ampio sorriso.
    Fece qualche passo verso il letto, su cui, al fondo, era stata poggiata una sopravveste blu, piegata con cura.
    In effetti, avresti potuto avvertirmi: è indecoroso per una signora farsi vedere in questo stato.” scherzò lei dolcemente, indossando l’indumento leggero a coprirsi le spalle nude.
    Azraphel aveva gli occhi fissi a terra e pareva intenzionato a non spostarsi di un millimetro dal muro a cui era appoggiato, così fu Kathryn ad avvicinarsi a lui e, affacciandosi alla finestra, gli disse in tono gentile:
    È un vero peccato che quell’incantevole camicia si sia rovinata sulle rose del mio fratellino.” i suoi limpidi occhi verde-acqua si fermarono a guardarlo. “Ora mettiti comodo: Angelo o meno, dormire in piedi non dev’essere una cosa esattamente piacevole, non credi?
    Prendendogli una mano, lo guidò al comodo divanetto ai piedi del suo letto e, dopo averlo fatto accomodare, si sedette accanto a lui, senza lasciarlo andare. Il contatto con la sua pelle calda era piacevole.
    Io posso aiutarti: posso introdurti nel Mondo dei Sogni e insegnarti a farlo anche da solo e posso creare un passaggio -che potrai usare sempre e solo tu- per farti uscire… ma, dato che sarà un procedimento piuttosto complesso, ti costerà parecchio.” Kathryn sospirò, col sorriso sulle labbra. “Vorrei chiederti solo una cosa: non sei per forza obbligato a rispondere, ma per quale motivo hai ricevuto un dono del genere?

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  3. Hellionor
     
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    « Azraphel - Chierico di Dio »

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    Non appena Azraphel ebbe finito di parlare, Kathryn si spostò accanto al tavolino di cristallo e con un sorriso sfiorò la boccia in cui dimorava il pesciolino rosso.
    “Si chiama Oscar” disse, per poi aggiungere con una lieve risata: “Vincent, scherzando, mi ha detto che per vincermelo hai dovuto assoldare un falcone che si mangiasse il suo”
    Azraphel ricambiò il suo sorriso.
    “In realtà era una signora aquila” pensò, mentre la sua mente iniziava a fantasticare. “Qualche anno fa ho salvato i suoi piccoli da una tempesta e da allora mi deve un favore. Le aquile sono animali intelligenti e nobili: pagano sempre i loro debiti. Aiutarmi a vincere quella gara contro il piccolo Drago dev'essere stato il suo modo di sdebitarsi”
    Non era propriamente vero -anzi, non lo era per nulla, dal momento che che in effetti il volatile che l'aveva portato alla vittoria era un falcone che non aveva mai visto prima-, ma Azraphel amava raccontare e raccontarsi...non bugie, ma storie più o meno verosimili che rendessero meno monotona la realtà. L'unico problema era che nella maggior parte dei casi finiva per auto-convincersi dell'assoluta veridicità dei suoi racconti inventati.
    “Sai, credo che tu gli piaccia più di quanto non dia a vedere, altrimenti non me lo avrebbe mai portato” proseguì Kathryn, riportandolo presente a se stesso.
    “Oh, questa si che è una buona notizia” pensò l'angelo. “E io che pensavo che, sapendo che sarei venuto qui, gli fosse venuta una gran voglia di uccidermi...”
    “Anche se, se ti vedesse qui ora, probabilmente gli verrebbe una gran voglia di ucciderti”
    “...ecco, appunto”
    Mentre Azraphel iniziava seriamente a pensare che fosse il caso di togliere il disturbo, Kathryn si avvicinò al suo letto e prese tra le mani una sopravveste blu scuro appoggiata con cura sul fondo del materasso.
    “In effetti, avresti potuto avvertirmi” commentò, indossando l'indumento leggero a coprirsi le spalle nude. “E' indecoroso per una signora farsi vedere in questo stato”
    Le sue parole furono pronunciare con leggerezza, quasi scherzosamente; Azraphel ci mise qualche istante a capire che cosa intendesse -dal momento che non aveva prestato attenzione al suo abbigliamento-, ma non appena fece correre lo sguardo sul suo corpo snello non poté che arrossire e abbassare lo sguardo a terra.
    In effetti prima non ci aveva fatto caso, ma oltre quella sopravveste Kathryn indossava solo un abito da notte molto semplice, bianco; le spalline sottili si univano a un corpetto stretto e accuratamente ricamato, dal quale partiva un velo soffice e lungo fino alle caviglie.
    “Che idiota” si disse. “Avrei dovuto avvertirla...ora penserà che sono una specie di maniaco”
    Troppo impegnato a insultare se stesso e la sua stupidità, l'angelo si rese conto che Kathryn l'aveva raggiunto accanto alla finestra solo quando lei disse:
    “È un vero peccato che quell’incantevole camicia si sia rovinata sulle rose del mio fratellino”
    Azraphel lanciò un'occhiata preoccupata a suddetta camicia: in effetti era ridotta piuttosto male, soprattutto sulle maniche e sul retro; non a caso si stava impegnando per non staccare la schiena da quel muro e per mantenere le braccia incrociate, in modo da nascondere le croci che segnavano tutta la parte sinistra superiore del suo corpo.
    Poi, improvvisamente, la sua mente ritornò su ciò che Kathryn aveva detto.
    ”Incantevole...? Trova incantevole la mia camicia?! Oh, è la prima persona che mi fa un complimento per come mi vesto! Finalmente un essere vivente che abbia buon gusto! Sono commosso...talmente commosso che l'abbraccerei! Ah, ma è meglio di no...già pensa che sia un maniaco...”
    Felice e abbattuto al tempo stesso, Azraphel accennò un sorriso di ringraziamento mentre lei, scrutandolo con quei suoi incantevoli occhi verde-acqua, aggiunse:
    “Ora mettiti comodo: Angelo o meno, dormire in piedi non dev’essere una cosa esattamente piacevole, non credi?”
    Azraphel fece per rispondere che no, non doveva essere una cosa piacevole, e che l'unica volta che si era addormentato in piedi si era svegliato con un paio di forbici da giardino conficcate nel petto, ma lei gli tolse ogni capacità di parlare facendo una cosa del tutto inaspettata: lo prese per mano.
    Tutto ciò che avvenne dopo assunse un contorno sfumato e tutte le parole che Kathryn pronunciò giunsero ovattate alle sue orecchie; l'unica cosa che capì fu che l'avrebbe aiutato, e tanto gli bastò. Per il resto, la sua totale attenzione era concentrata sulle loro mani unite e su quanto piacevole fosse quel contatto. La pelle della donna era morbida e fresca: Azraphel si chiese come sarebbe stato abbracciarla. Probabilmente il suo corpo era soffice quanto la sua mano, e la sua stretta sarebbe stata delicata al punto giusto.
    L'angelo si riscosse soltanto quando Kathryn sospirò, accennando un lieve sorriso.
    “Vorrei chiederti solo una cosa: non sei per forza obbligato a rispondere, ma per quale motivo hai ricevuto un dono del genere?”
    Riscoprendosi seduto su un divano ai piedi del letto, Azraphel ebbe bisogno di qualche istante per realizzare ciò che la donna gli aveva chiesto. Quando infine comprese la domanda e soprattutto il significato che avrebbe avuto risponderle sinceramente, l'angelo ritrasse di scatto la mano e incrociò le braccia al petto.
    “Pessima domanda. Pessima, pessima domanda. E adesso che cosa le dico...?”
    In un istante decise che non le avrebbe detto la verità. Non ancora. Non poteva semplicemente rispondere: “Posso dormire perché mi sono innamorato di te, ma il Signore dell'Universo teme che se ti frequentassi nel mondo reale finirei per Cadere, così mi ha concesso di poterti vedere almeno nel Mondo dei Sogni”. Sarebbe stato ridicolo, visto e considerato che si erano visti appena una volta e di certo non potevano dire di conoscersi. Di fronte a una spiegazione del genere, Kathryn gli avrebbe riso in faccia.
    Ma che scusa inventare...?
    Nervoso, Azraphel iniziò a torturarsi una ciocca di capelli con le dita finché non si rese conto di averli inconsciamente acconciati in una graziosa treccina, che si affrettò a sciogliere con un rapido gesto.
    “Ehm...va bene. Cosa dicevamo? Ah si, perché posso dormire pur essendo un angelo. Già, perché...? Bella domanda!”
    Sentendo il pressante bisogno di sfogare il suo nervosismo, si alzò in piedi e iniziò a vagare per la stanza, rispondendo alla domanda della donna in modo abbastanza elusivo.
    “Il fatto è che, vedi, io sono sempre stato un po' diverso dagli altri angeli. Non sono precisamente il ritratto della purezza -per quanto, ci tengo a precisare, non ho mai fatto del male a una mosca. Sono piuttosto innocuo. E anche debole, ma questo è un altro discorso. Diciamo che non ho la presunzione di essere un soggetto particolarmente pericoloso, ma indubbiamente ho sempre creato qualche problema ai pezzi grossi là sopra. Penso che, se non fosse per Raphael -che per la cronaca è il mio idolo, nonché mio mentore e quanto di più vicino a un padre io abbia mai avuto-, Michael mi avrebbe già ucciso un migliaio di volte. Non mi sopporta. Ma immagino che questo esuli un po' dalla domanda che mi hai fatto...”
    Mentre parlava, Azraphel curiosava in giro; giocherellò un po' con Oscar -infilando una mano nella boccia piena d'acqua e lasciando che il pesciolino gli mordicchiasse un dito-, poi passò in rassegna la disposizione dei mobili e dei quadri -giungendo alla conclusione che Kathryn aveva un ottimo senso estetico- e infine tornò accanto al letto, dando un'occhiata ai libri che occupavano il comodino lì accanto e sorprendendosi di trovarvi titoli tra i più svariati, a partire da “L'ultima rosa prima del Tramonto” -romanzo rosa che lui stesso aveva letto diverse volte e per il quale aveva sempre pianto- fino a “I cento metodi di Tortura più diffusi nell'Universo”.
    L'angelo trattenne a stento una risata.
    “Avevo capito che in lei alberga un'inquietante doppia personalità, ma fino a questo punto...”
    Sforzandosi di mantenere un minimo di serietà, concluse velocemente il suo monologo.
    “Tanto per essere brevi, il mio problema è che ho stretto troppi patti con troppi mortali. E loro...bé, mi hanno contagiato. Adesso anche io sono in grado di provare emozioni -anche troppe. Ma i vostri sentimenti sono così forti, così violenti che...ho difficoltà a controllarli. Per aiutarmi a farlo, il Signore dell'Universo mi ha concesso il dono del sonno. Almeno così, nel Mondo dei Sogni, potrò fare ciò che vorrò senza vincoli legati alla mia natura di angelo”
    Sperando che quella spiegazione piena di lacune la soddisfacesse, Azraphel poggiò gli occhiali da sole sul comodino accanto al letto della donna.
    “Questi non mi servono più: te li regalo” disse, cercando così di cambiare discorso. “Non so precisamente a cosa servano, siccome indossandoli si vede tutto nero, ma sono piuttosto carini. Vengono da un altro mondo, sai? Considerali un ringraziamento per l'aiuto che mi stai dando”
    Detto questo, Azraphel tornò accanto al divanetto. Rimase in piedi, guardando Kathryn dall'alto in basso; fece per parlarle, ma ancora una volta non poté fare a meno di rimanere incantato dalla sua figura. Era davvero bellissima. Aveva visto centinaia di donne -mortali e immortali- nella sua lunga esistenza, ma per quanto potessero essere state meravigliose nell'aspetto non era mai riuscito a trovare in loro niente che gli facesse desiderare conoscerle o anche solo avvicinarle per rivolgere loro la parola.
    Con lei, invece, accadeva l'esatto opposto: era fin troppo ansioso di conoscere ogni aspetto e ogni dettaglio sulla sua vita fino a quel momento. Proprio lui, che amava parlare e non aveva pazienza di stare a sentire gli altri, sarebbe rimasto ad ascoltarla per ore e ore, se soltanto lei avesse acconsentito a raccontargli qualcosa sul suo conto...
    “Non mi sento affatto stanco” le disse infatti, mettendosi a sedere accanto a lei. “Perché, prima di imparare a dormire, non parliamo un po'?”
    Prima di ricevere un'eventuale risposta negativa, Azraphel aggiunse in fretta:
    “Non vorrei sembrare invadente, ma Cloud mi ha raccontato qualcosa sul tuo fratello gemello, mentre si è rifiutato di dirmi alcunché sul tuo conto...perciò mi sono sorte alcune curiosità, ad esempio...giusto per fare un esempio, eh?...ecco, sei per caso sposata? Fidanzata? Occupata? Pensi in continuazione a qualcuno in particolare? Ti capita mai di desiderare la compagnia di una persona specifica? Ecco, curiosità di questo genere!”
    L'angelo tacque, sperando che Kathryn acconsentisse a rispondere alle sue domande -che poi erano riassumibili in una sola, ossia “hai già un compagno?”. Non che gli interessasse particolarmente, in realtà: sarebbe riuscito a conquistarla in ogni caso, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.

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  4. Break Mad-Hatter
     
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    « Kathryn Fallenwish »

    JHgeI

    Alla sua domanda, Azraphel ritrasse di scatto la mano, incrociò le braccia al petto e infine si intrecciò nervosamente i capelli in una graziosa treccina, che sciolse subito dopo.
    Ehm… va bene. Cosa dicevamo? Ah si, perché posso dormire pur essendo un Angelo. Già, perché…? Bella domanda!” disse, alzandosi in piedi e iniziando a vagare per la stanza.
    Kathryn sorrise: doveva avergli chiesto qualcosa di piuttosto imbarazzante, a giudicare dalla sua buffa reazione, e la risposta la incuriosiva sempre di più.
    Il fatto è che, vedi, io sono sempre stato un po' diverso dagli altri Angeli. Non sono precisamente il ritratto della purezza -per quanto, ci tengo a precisare, non ho mai fatto del male a una mosca. Sono piuttosto innocuo. E anche debole, ma questo è un altro discorso. Diciamo che non ho la presunzione di essere un soggetto particolarmente pericoloso, ma indubbiamente ho sempre creato qualche problema ai pezzi grossi là sopra. Penso che, se non fosse per Raphael -che per la cronaca è il mio idolo, nonché mio mentore e quanto di più vicino a un padre io abbia mai avuto-, Michael mi avrebbe già ucciso un migliaio di volte. Non mi sopporta.
    Che carino: continua a girare intorno al vero problema.
    Ma immagino che questo esuli un po' dalla domanda che mi hai fatto…
    Oh, se n’è accorto anche lui.” sorrise dolcemente.
    Mentre parlava, Azraphel curiosava in giro, ma Kathryn non se ne curava: tutta la sua attenzione era concentrata solo su di lui. gli Angeli l’avevano da sempre affascinata. Abituata com’era a vivere con il costante brusio dei pensieri dei mortali a riecheggiarle nella testa, il silenzio che trovava nelle loro menti la confortava e, al tempo stesso, la accendeva di un’inesauribile curiosità; si divertiva a cercare di intuire cosa passasse di volta in volta per le loro teste.
    Tanto per essere brevi…” riprese Azraphel, distogliendola dai suoi pensieri. “…il mio problema è che ho stretto troppi patti con troppi mortali. E loro... bè, mi hanno contagiato. Adesso anche io sono in grado di provare emozioni -anche troppe. Ma i vostri sentimenti sono così forti, così violenti che... ho difficoltà a controllarli. Per aiutarmi a farlo, il Signore dell'Universo mi ha concesso il dono del sonno. Almeno così, nel Mondo dei Sogni, potrò fare ciò che vorrò senza vincoli legati alla mia natura di Angelo.
    Sta mentendo… o meglio, dice la verità, ma non è questo il motivo per cui ha scelto di sognare. Bè, se non vuole dirmelo, pazienza…
    Continuando a guardarsi intorno, Azraphel poggiò gli occhiali scuri sul comodino accanto al letto.
    Questi non mi servono più: te li regalo. Non so precisamente a cosa servano, siccome indossandoli si vede tutto nero, ma sono piuttosto carini. Vengono da un altro mondo, sai? Considerali un ringraziamento per l'aiuto che mi stai dando.
    Lo sguardo di Kathryn si spostò dall’Angelo all’oggetto che le era appena stato donato. “Dunque neanche lui conosce la ragione per cui questi occhiali siano così strani… stando così le cose, vediamo di scoprirlo!
    Concentrandosi un’ultima volta sulle lenti scure, chiuse gli occhi e la sua mente venne trasportata lontano, in un luogo che non conosceva. Si trovava in una stanza chiara, tendente al bianco, illuminata da strane luci provenienti dal soffitto, che funzionavano in un modo che lei non comprendeva; le pareti erano ricoperte di scaffali trasparenti, in cui, disposti in modo rigorosamente ordinato, erano esposti paia e paia di occhiali, alcuni con le normali lenti che era abituata a vedere anche sulle Terre di Orior, altri, invece, con lenti scure come quelle di Azraphel.
    Incuriosita, si avvicinò e lesse una delle targhette poste sotto gli insoliti occhiali: “Alta protezione dai raggi UV” e, sulla cima dello scaffale: “OCCHIALI DA SOLE
    Oh, che oggetti utili: servono a proteggere gli occhi dalla luce del Sole!
    Ad un tratto, nella stanza -che era evidentemente un negozio di ottica- entrò Azraphel di soppiatto; trafficando con l’anta di vetro dello scaffale, la aprì con l’aiuto di un po’ di vento e, prendendo un paio di occhiali scuri, tolse in fretta il disturbo. Kathryn notò che aveva lasciato un piccolo bigliettino lilla sul ripiano rimasto vuoto: “Li ho solo presi in prestito: un giorno li restituirò… forse…
    La donna scoppiò in una risata cristallina e la visione si interruppe.
    Quando riaprì gli occhi, divertita e soddisfatta, si trovava di nuovo nella sua stanza, con Azraphel che passeggiava avanti e indietro accanto a lei, che nello spazio di un secondo aveva oltrepassato le barriere invisibili del pensiero, immergendosi nella memoria -se così si poteva chiamare- del suo nuovo paio di occhiali.
    D’un tratto l’Angelo, fermandosi davanti a lei, riprese la parola:
    Non mi sento affatto stanco.” affermò, sedendosi nuovamente sul divanetto. “Perché, prima di imparare a dormire, non parliamo un po'? Non vorrei sembrare invadente, ma Cloud mi ha raccontato qualcosa sul tuo fratello gemello, mentre si è rifiutato di dirmi alcunché sul tuo conto... perciò mi sono sorte alcune curiosità, ad esempio... giusto per fare un esempio, eh?... ecco, sei per caso sposata? Fidanzata? Occupata? Pensi in continuazione a qualcuno in particolare?
    In quel momento Kathryn distolse lo sguardo dagli occhiali sul comodino e, quasi istintivamente, cercò gli occhi dorati di Azraphel.
    Ti capita mai di desiderare la compagnia di una persona specifica?
    Rendendosi conto solo in quel momento di ciò che le era successo appena pochi secondi prima, non poté fare a meno di sorridergli.
    Ecco, curiosità di questo genere!
    L’Angelo tacque, in attesa di una risposta, che non tardò ad arrivare.
    Sai, in tutta sincerità, speravo che saresti stato tu a parlarmi un po’ di te e non il contrario.” commentò, ridendo. “Anche se, a ben vedere, tutte queste domande sono riassumibili in una soltanto, la cui risposta è: no, non ho un compagno. ” concluse in un sorriso.
    Sistemandosi distrattamente le pieghe della veste bianca, si alzò a prendere uno dei morbidi cuscini del suo letto.
    Ora, sempre che non ci sia altro che vorresti sapere, direi che possiamo iniziare.
    Kathryn, porgendo il cuscino ad Azraphel, lo fece sdraiare e si sedette sul bordo del divanetto accanto a lui, i lunghi capelli argentati a solleticargli, leggeri, un braccio.
    Bene, chiudi gli occhi.” disse, posandogli delicatamente la punta delle dita sulla fronte. “Pensa ad un luogo dove vorresti andare… visualizzalo nella tua mente.
    Parlava lentamente, scandendo bene le parole in modo che Azraphel le memorizzasse.
    Ti aprirò un passaggio per farti raggiungere quel luogo, ma non ti preoccupare… non sarai solo: io verrò con te e rimarrò sempre al tuo fianco.” aggiunse, sorridendo. “Inoltre, ricorda che tutto ciò che immaginerai con una certa intensità, nel sogno, diventerà reale, quindi fa’ attenzione a ciò che desideri… non vorrei dovermi malauguratamente ritrovare in un incubo.
    Conclusa la sua breve introduzione, dalle dita della donna partirono alcune piccole scintille azzurrine, che, timide, cominciarono a danzare sulla fronte e sulle palpebre chiuse dell’Angelo.
    Ah, Azraphel, quasi dimenticavo!” gli sussurrò, chinandosi all’altezza del suo orecchio. “È da secoli -letteralmente- che non entro nel Mondo dei Sogni di persona: cerca di crearmi qualcosa di bello.
    Poi il sonno lo avvolse.

    JHgeI



    [Continua qui]



    Edited by Break Mad-Hatter - 26/11/2013, 16:43
     
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